L’anno 2011 sta volgendo al termine e con esso le manifestazioni legate alle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, periodo che vide la nascita e lo svilupparsi del fenomeno mutualistico. Quella forma embrionale di welfare, di rete di protezione sociale, ha attraversato due secoli e oggi in un momento di crisi globale della sostenibilità del nostro tenore di vita e delle nostre sicurezze, ritenute forse a torto ormai scontate (pensioni, assistenza sanitaria, servizi sociali), viene di nuovo vista non solo come un patrimonio ideale ma come lo strumento migliore per ricostituire quel sistema di tutela delle persone basato sulla sussidiarietà, sull’autorganizzazione dei cittadini e sulla collaborazione delle comunità.
In questo periodo non vi è convegno o dibattito organizzato da enti locali, associazioni imprenditoriali, cooperative e artigiane in cui non sia di nuovo citata la parola mutualità.
Non più come un ricordo un po’ sbiadito, a volte retorico, dell’ottocentesco concetto di mutuo soccorso, ma intesa come bene comune: come volontà delle persone di mettere insieme le proprie risorse per fare fronte ai bisogni sociosanitari sempre più emergenti. Mutualità come risposta alternativa sia al neoliberismo selvaggio dove chi più ha, più riesce a reperire sul mercato risposte e servizi, sia ad un assistenzialismo che genera una spesa pubblica non più sostenibile. Mutualità come soluzione condivisa per mantenere i nostri standard di benessere. Rilevante sarà dunque il ruolo delle Mutue nel 21° secolo come emerge anche da una ricerca del Parlamento europeo riportata in questo numero. Se traduciamo il termine mutuo soccorso con vantaggio reciproco sarà più facile per tutti comprendere il senso e il valore di aderire ad una Mutua come CAMPA.